La presenza di poliovirus nelle acque reflue in UE richiede una continua sorveglianza e alti tassi di copertura vaccinale

La poliomielite è una malattia infettiva causata dal poliovirus, che si trasmette principalmente attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati o per contatto diretto con secrezioni infette. Essa colpisce il sistema nervoso centrale e le sue manifestazioni cliniche vanno da forme asintomatiche sino a paralisi permanente e morte.

La poliomielite è una malattia prevenibile con vaccinazione ed esistono due tipologie di vaccini contro di essa: vaccino antipolio inattivato (IPV), sviluppato da Jonas Salk negli anni ’50, somministrato per via intramuscolare, contiene un poliovirus inattivato che non può causare la malattia; vaccino antipolio orale (OPV), sviluppato da Albert Sabin, è un vaccino vivo attenuato somministrato per via orale.

A partire dagli anni ’80, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) lanciò l’Iniziativa Globale per l’Eradicazione della Poliomielite con l’organizzazione di campagne di immunizzazione di massa e la sua eliminazione in gran parte del mondo. L’Europa è stata dichiarata libera dalla poliomielite nel 2002.

A seguito delle recenti rilevazioni di campioni di acque reflue positivi al poliovirus in tre Paesi dell’UE tra settembre e novembre 2024, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) invita a mantenere alta l’attenzione, garantendo una sorveglianza rigorosa e una vaccinazione efficace.

Le rilevazioni riguardano poliovirus in diverse città dell’Unione Europea, il che potrebbe indicare una circolazione del virus. Finora, non sono stati segnalati casi umani di poliomielite. L’ECDC raccomanda che le autorità sanitarie pubbliche europee assicurino una copertura vaccinale tempestiva ed elevata per tutta la popolazione, mantenendo efficienti sistemi di sorveglianza, tra cui la sorveglianza delle paralisi flaccide acute e quella ambientale.

Negli Stati membri dell’UE si utilizzano vaccini inattivati contro la poliomielite nei programmi di immunizzazione di routine. In Europa, la copertura vaccinale media per le tre dosi di vaccino anti-polio si attesta intorno al 94%, anche se in alcuni paesi ci sono differenze regionali significative. In Italia, la copertura vaccinale era al 94% nel 2021, una leggera diminuzione rispetto al 2018. Tuttavia, fintanto che esisteranno gruppi di popolazione non vaccinati o sottovaccinati, e la poliomielite non sarà eradicata a livello globale, il rischio di reintroduzione del virus in Europa rimane.

L’ECDC ha stimato che tra il 2012 e il 2021 fino a 2,4 milioni di bambini nell’UE potrebbero non aver ricevuto il vaccino antipolio nei tempi previsti. Questi dati sottolineano la necessità di intensificare gli sforzi per garantire una protezione completa e tempestiva. Comunicazioni mirate ed efficaci, insieme a interventi per rafforzare i programmi vaccinali, sono essenziali, con un ruolo cruciale degli operatori sanitari.

L’ECDC ha già dichiarati che monitorerà attentamente la situazione, collaborando con le autorità dell’UE e l’Ufficio regionale della WHO per l’Europa per coordinare l’iniziativa globale per l’eradicazione della poliomielite.

Bibliografia